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Fede e ragione ci salvino
da questo imperioso
furore di morte;
ragione da sola non vale
a liberarti da paure che incombono,
dal rischiodi lasciarsi sedurre
da ferocie ancora piú grandi:
mentre i condannati sperano
che i plotoni non sparino e i torturati
in grumi neri
inutilmente urlano!...
E fede esige che l'ossequio
sia sempre razionale
onde salvarci dal male
giallo del fanatismo:
fede, dolce amica e compagna
lungo il sempre piú aspro
cammino della libertà.
Ogni morte inflitta e violenta
è offesa all'amore che ha in sé la Vita
negazione di senso del Valore.
Qualcuno non vuole ragionare:
vendetta umilia giustizia
già per se stesso il crimine è pena!
Sia dunque la pena
che per diritto si aggiunge, una cura
che salvi insieme assassino e città.
Mai Leggi e Politiche hanno
sconfitto il crimine e la morte
con le loro morti
organizzate e violente:
Morte e Torture e Violenza
nere divinità del disumano!
È stata la Vita crocefissa
- se credete, uomini, -
la sola a rompere il cerchio
che ci assedia,
a uccidere la stessa morte.
D'allora piú non vi salva
nemmeno il "non uccidere",
d'allora nessuno ha il diritto di uccidere
per nessuna ragione
Nessun presidente o re,
nessun papa o capo d'esercito:
e tutti i soldati non sparino piú!
Per nessuna idea io posso uccidere,
per nessuna fede, per nessuna politica.
Io posso essere ucciso
ma non posso uccidermi.
E nessuno piú giudichi nessuno:
la coscienza è un abisso
alla stessa coscienza.
Nessuno uccida la speranza
neppure del piú feroce assassino
perché ogni uomo
è una infinita possibilità.
Abbiamo perfino inventato
il plotone d'esecuzione
per lasciarti l'illusione che non sia
stato il tuo fucile a uccidere:
tutte liturgie di una morte
che ormai ci domina e assedia,
morte che devasta perfino
la faccia dei fanciulli:
pena di morte, ultimo atto
di un culto alla morte
della stessa ragione e di ogni fede.
David Maria Turoldo
David Maria Turoldo. Laureato in filosofia, frate dei Servi di Maria, poeta,
saggista, drammaturgo, organizzatore culturale. Impegnato fin dalla
Resistenza, con vigore sempre rinnovato e con una vasta produzione,
impossibile da riassumere qui, in battaglie civili e umane del nostro paese e
del mondo contemporaneo, testimone e cantore delle dimensioni spirituali
dell'uomo, fiero polemista contro tutto ciò che le restringe e le
minaccia.
Nato a Coderno del Friuli nel 1916, è morto a Sotto il Monte (BG) il 6
Febbraio 1992.
Tratto da Servitum n.64 serie III, Luglio-Agosto 1989